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Riflessioni su Kairós

ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE DI NOVE “PASQUALE ANTONIBON”
Via Saturno, 4 36055 NOVE (VI) e-mail: icanto@tin.it Tel. 0424/829217 Fax 0424/590075 C. M. VIIC82200X C.F. 91018400241

OGGETTO: verifica progetto Kairos – Istituto Comprensivo Nove.

 

Classe 3a B (Nove)

 

Docenti aderenti

 

 

Prof.ssa Natascia Furlan (Lettere)

 

Prof.ssa Maria Rosaria Bianco (Musica)

Prof. Michele Valente (Scienze motorie e sportive)

 

Attività svolte

 

  1. Visione di parte del film “Puerto Escondido” senza audio; controllo della comprensione del testo (trama, personaggi, ambienti…).
  2. Con tappi alle orecchie:

 

-           esecuzione corale di “Va’ pensiero” con il flauto e alcuni brani con la tastiera (con registrazione dei brani suonati);

 

-           ascolto de “Il barbiere di Siviglia”.

  1. Percorso (su trave e panche) ad occhi bendati in palestra con guida di un compagno.

 

Riflessioni

 

 

Le attività proposte hanno permesso ai ragazzi di mettersi nei panni delle persone sorde e cieche, sperimentando la privazione dei sensi che quotidianamente (più) utilizzano senza considerarli “eccezionali”.

 

Le particolari situazioni hanno fatto loro maturare in maniera forte il senso della mancanza di ciò che ogni giorno danno per scontato, cioè il “dono” dell’udito e della vista, rendendoli impotenti di fronte a semplici attività quotidiane.

 

Approcciare la musica, suonare senza sentire era possibile forse solo al grande genio Beethoven; semplici tappi alle orecchie hanno proiettato i ragazzi in un’altra realtà, segnata dall’isolamento e dal disagio. È stato faticoso non sentire la voce del proprio compagno di banco, come ha colpito non sentire il suono e il tono delle proprie parole, che improvvisamente perdevano consistenza e contemporaneamente il proprio significato.

 

Riascoltarsi poi nelle “sgradevoli” esecuzioni che sono risultate dal lavoro corale ha sottolineato l’assoluta mancanza di sintonia: non avere la possibilità di udire ha significato non andare a tempo con gli altri, ma procedere soli, per la propria strada… 

 

Assistere ad un film senza audio ha rinforzato il disorientamento dei ragazzi, in quanto le immagini da sole non hanno permesso una piena comprensione del testo. Durante la proiezione, il silenzio assoluto con cui i ragazzi hanno cercato di cogliere il tutto, ha rivelato lo sforzo e la fatica, spesso frustranti, di chi cercava di decifrare e capire il linguaggio dei gesti, del labiale, della fotografia, etc…, ma la trama (paragonabile all’inizio a quella di un film giallo) è stata compresa da pochi senza la voce dei personaggi, i rumori degli ambienti, la musica, tutti elementi fondamentali non solo del testo cinematografico, ma del nostro vivere quotidiano. Il film senza audio pareva durare moltissimo, andando quasi a rallentatore; rivisto nella veste originale e completa è apparso non solo perfettamente intelligibile, ma anche molto più rapido e coinvolgente.

 

Qualcuno ha infine riflettuto sulla musica, cara compagna della vita dei ragazzi: come fare a meno di questa “linfa vitale”, che ha tanta potenza nell’esprimere stati d’animo, sensazioni e sentimenti?

 

Nel grande ambiente della palestra ancora disorientamento e solitudine hanno caratterizzato il vissuto dei ragazzi bendati e condotti da un compagno in un percorso vario tra gli ostacoli e gli attrezzi. Hanno affermato di essersi sentiti soli e isolati, molto insicuri, a tratti ansiosi per la paura di incontrare ostacoli nuovi, non previsti. Solo la presenza di una persona di fiducia a fianco mitigava questo disagio e tanto più era forte il legame d’amicizia con chi aiuta tanto più il cammino diventa facile e le difficoltà superabili.  


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